Capodanno in Piazza

Capodanno in Piazza - Roma
31 dicembre 2005

AmarTangO di Victoria Arenillas
Scuola di Tango Argentino - Spettacolo
Con il patrocinio Istituzionale dell'Ambasciata Argentina in Italia

Un Capodanno di tango a Roma raccontato da Mariano Sacco
La prima esibizione in pubblico dell'alnano ballerino
Per me questo capodanno è stato veramente speciale, ho avuto la possibilità di ballare in Piazza Augusto Imperatore e Piazza San Silvestro a Roma insieme ad altre quattro coppie in occasione dello spettacolo organizzato dal Comune di Roma, con il patrocino dell’ambasciata Argentina, grazie soprattutto ai miei insegnanti
Victoria Arenillas e Leonardo Eliasche hanno avuto fiducia in tutti noi e che hanno agevolato il più possibile il soggiorno ai due profughi napoletani (io e il mio amico Salvatore).
L’esperienza è stata bellissima e anche se facendo autocritica di sbagli ne abbiamo fatti, non siamo dei professionisti, non avevamo una coreografia vera e propria, e ci abbiamo messo tutto noi stessi; per di più ci siamo divertiti noi, si è divertito il pubblico, specialmente a Piazza S. Silvestro, dove eravamo più rilassati (complice anche i brindisi) e loro più partecipi, e l’organizzazione è stata contenta, cosa potevamo volere di più la prima volta?
Ma quello di cui volevo parlarvi era l’emozione che ho provato e che continuo a rivivere nei miei sogni a distanza di giorni. Penso che tutti i ballerini di tango conoscono quello che si prova quando riesce l’alchimia di un tango speciale, dove le energie dei due ballerini si fondano in armonia con la musica, caratterizzati dall’esterno da una forte carica erotica, in realtà quello che si vede è un incontro fra due anime, qualcosa di estremamente intimo ma non sessuale (il dopo può essere un altro discorso), tutto ciò può durare anche solo un attimo e di solito ha solo distratti spettatori, invece nel mio caso il tutto era enormemente amplificato dalla situazione. Avevo ridotto il mio mondo ad un palchetto lungo 7-8 metri e largo 3,5 metri, il cui effettivo spazio vitale era ridotto o ampliato a seconda di quante coppie ballavano, sapevo che esisteva un mondo esterno che mi guardava e per questo mi concentravo sempre di più sulla mia partner, perché l’emozioni che sviluppavamo fra di noi di riflesso venivano assorbite dal pubblico, sommando cosi emozioni diverse, quella che scaturiva fra di noi e quella che davi a qualcun altro, arrivai a provare qualcosa che non dimenticherò mai. Per questo devo ringraziare anche Mara, la mia ballerina, con cui in pochi giorni ho sviluppato un buona intesa anche grazie alla sua ferma intenzione nel fare questa cosa (usciva da poco da una polmonite).
Spero che possa ripetere l’esperienza e non per vanagloria ma per la suddetta emozione, e spero che sempre più persone ballino il tango perché è bellissimo.